Nella mia esperienza di terapeuta ho spesso usato con i miei pazienti uno strumento apparentemente banale, ma che spesso gioca un ruolo fondamentale nel promuovere il cambiamento: questo strumento è una semplice agenda, di quelle comunemente usate per segnare gli appuntamenti. Quei piccoli librettini oggi sempre più in disuso, spazzati via dalle agende elettroniche di Google e co.
Perché è così importante questo strumento? Perché, se usato correttamente, non consente di mentire a se stessi e obbliga ad una valutazione realistica della gestione del proprio tempo e delle proprie abitudini, a partire da quelle che si desidera modificare. Consente di rispondere alla domanda “Come passo il mio tempo? Cosa faccio ogni giorno per raggiungere questo obiettivo?”
Questo è utile a molti pazienti, con problematiche anche molto diverse tra loro.
Il primo passo infatti è registrare lo status quo, ovvero la giornata tipo (anzi, meglio la settimana tipo, infatti di solito consiglio di scegliere agende con visualizzazione settimanale).
In questo modo, segnando ogni giorno in modo dettagliato le varie attività svolte ci si può rendere conto di eventuali errori di valutazione. L’ossessivo scoprirà quanto tempo spreca facendo rituali. Chi tende a procrastinare ciò che teme (un esame, un colloquio, un incontro difficile) vedrà nero su bianco il proprio evitamento.
Una coppia in crisi potrà rendersi conto di quanto sia poco il tempo dedicato al partner e alla vita di coppia. Un depresso che tende a svalutare e minimizzare tutto ciò che fa, dandolo per scontato, potrà rendersi conto di quante piccole cose fa ogni giorno, da cucinare a fare la spesa, da rifarsi il letto a pagare le bollette. Chi ha una dipendenza potrà rendersi conto del livello da cui parte e di quanto i cosiddetti “strappi alla regola” che si concede siano quotidiani. Il perfezionista stakanovista che quando ha una scadenza non pensa ad altro che al lavoro da fare, avrà modo di percepire quanto si sia alienato dal resto del mondo sospendendo ogni altra attività che considera “distraente”.
Questa fase serve anche a motivare al cambiamento, perché permette di capire bene: 1 che cosa occorre cambiare; 2 cosa comporta continuare così.
Preso atto di tutto ciò, il passo successivo è modificare i comportamenti dannosi e introdurne di più utili. Se il problema è la vita sociale troppo povera, dovrò impegnarmi a partecipare a qualche attività sociale; se il problema è la vita di coppia, dovrò impegnarmi a dedicare più tempo e attenzioni al partner; se si litiga in famiglia per fare le faccende, l’agenda consentirà di dimostrare cosa si è effettivamente fatto e aiuterà a programmare insieme le cose da fare. Se devo organizzare il lavoro in vista di un esame o una scadenza, l’agenda aiuterà a fare un programma realistico, che preveda anche tempi di svago. Se non riesco a stare a dieta, saprò di non potermi concedere più di due “strappi” a settimana.
Ovviamente l’agenda da sola non basta. Serviranno altri tipi di abilità e un impegno costante per modificare il comportamento problematico e i tipici pensieri che lo accompagnano. Ma sicuramente è un buon punto di partenza. Ed è uno strumento che permette di valutare passo dopo passo i cambiamenti fatti, in modo obiettivo, valorizzando così ogni progresso, anche piccolo. Perché i cambiamenti si ottengono così: poco a poco, impegnandosi giorno dopo giorno. E non scoraggiandosi mai!
Agenda in psicoterapia: strumento indispensabile – Dott. Valeria Bigarella
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